Introduzione
E’ molto piacevole parlare di questa tecnica che
personalmente mi appassiona da sempre.
Il termine "uncinetto" deriva dallo strumento che altro non è se non
un piccolo uncino di metallo per lavorare il filato.
Non sono molti gli esemplari antichi rimasti in nostro possesso perciò risalire
alle origini della tecnica è molto complicato.
Come la maglia si lavora un filo continuo ed un punto per volta, ma con un solo
strumento.
Esiste un tipo di tecnica, l’uncinetto tunisino, che si lavora in modo simile
alla maglia.
Potrebbe essere questo l’anello di congiunzione?
E’ probabile infatti che le origini siano comuni…
(Domanda di rito: è nata prima la maglia o l’uncinetto?)
Chissà quanti di voi avranno provato a lavorare la lana o il cotone o altri
materiali con i vari tipi di uncinetto e quanti punti avranno scoperto!
Non parlerò di tecniche particolari, per il momento…
Sono lieta di mostrarvi qualche piccolo esperimento.
Un po' di storia ...
La tecnica dell’uncinetto ha avuto una enorme diffusione in tutto il mondo:
sono stati trovati esemplari in tutta Europa ma anche in Turchia, Africa,
America e persino in Cina. Forse perché se si lavora un filo sottile si ottiene
un merletto e se si utilizza un filato più spesso lavori molto resistenti ed
utili.
Il tipo di lavoro a trama fitta è però stato il più comune.
I cinesi, per esempio, lo utilizzavano per creare bambole tridimensionali. In
Africa venivano preparati cappelli per i capi tribù. In Turchia si
confezionavano cappelli e in Scozia cappucci e mantelli pesanti portati dai
pastori.
Nella Vecchia America, quando la lana scarseggiava, si utilizzavano avanzi per
confezionare medaglioni variopinti poi cuciti per dare origine alle famose
creazioni "Old America" tanto di moda negli anni ’70 e ritornati
oggi d’attualità. Si può creare di tutto: vestiti, borse, fiori…Da qualche
anno poi, sono state inventate macchine capaci di riprodurre il lavoro a
uncinetto con vera maestria, tanto che sui capi c’è sempre un’etichetta
: "fatto a mano".
Tanto è apprezzata questa tecnica che qualcuno ha pensato di riprodurre i
lavori persino in plastica!
IL PRIMO LAVORO NON SI SCORDA MAI
Le TECNICHE CHE COPIANO:
L PRIMO LAVORO NON SI SCORDA MAI
Voglio mostrarvi il primo lavoro che ho fatto (fine anni 70), dopo una lunghissima pausa.
Era d’estate e decisi di preparare anch’io qualche decorazione per il mio corredo.
Come spesso accade non trovai il disegno che si adattava alle mie esigenze per cui modificai una semplice teoria di rose: modificai la singola rosa; le feci convergere verso il centro; inventai e inserii il mio monogramma al centro; inventai la decorazione sulla federa: in un angolo, applicata sulla stoffa ( che stranezze). Per rendere tutto più facile scelsi il filo n° 50.
Tutto ciò con un dispendio incredibile di forze e di tempo, dopo prove estenuanti sempre alla ricerca della eleganza e della praticità, oltre che della originalità.
Questo è un difetto che col tempo è solo peggiorato, purtroppo.
Per la verità quando mi sono recata in Irlanda non ho trovato le opere d’arte che mi aspettavo di trovare, a parte pochissimi centrini fatti a macchina, magari in oriente.
IL PIZZO IRLANDESE
Il lavoro con il filato più fine pare che abbia avuto origine proprio nella
nostra Italia nel XVI secolo. Le abili mani delle suore confezionavano così
addobbi e paramenti sacri, tanto che veniva chiamato "lavoro da
suore".
Presto si diffuse in Spagna e in Irlanda, paesi molto cattolici, perciò con
molti conventi.
Solo all’inizio del XIX secolo si iniziò ad utilizzare la tecnica per la
biancheria della casa e le decorazione dei vestiti.
Forse la sua popolarità prese l’abbrivio da un’emigrata francese, Eleanore
Riego de la Branchadière, che si stabilì in Irlanda e lì rimase colpita dalla
leggiadria dei lavori delle suore di un convento di Dublino. Non solo
perfezionò la loro abilità, ma parlò della tecnica sulla sua rivista
"The Needle" ( L’Ago).
Un altro fattore ha favorito lo sviluppo di questa tecnica: la comparsa nella
storia di Gray Porter nella metà del XIX secolo.
Questa signora avviò a Carrickmacross un’industria domestica per aiutare le
famiglie più indigenti, allora tanto numerose in Irlanda.
Un altro passo decisivo fu la fondazione di industria simile a Clones da parte
di un’altra signora dal nome molto promettente: Hand (bel nome, non vi pare?).
Anche oggi questi lavori sono famosi con i nomi di pizzo Carrickmacross e
pizzo Clones.
I filati preferiti sono molto sottili e di colore bianco.
Due i modi di organizzare: moduli e tecnica libera.
Praticamente si può realizzare di tutto perché i vari
"pezzi" vengono sostenuti da vari tipi di collegamenti. Gli elementi
principali sono foglie e rose ( componibili a piacere); tecnicamente pippiolini,
travette, archetti e maglia bassa e bassissima.
Molto affascinanti gli abitini da battesimo e da sposa, veri
gioielli.
Vedo una certa somiglianza, nel modo di procedere, con il
pizzo a tombolo e con il pizzo di Bolsena.
Esistono anche moduli caratteristici, il primo ormai è
famosissimo ed ha avuto molte versioni, la più famosa è nella seconda
immagine.
La rosellina può essere anche la protagonista di moduli fantasiosi, magari esagonali, utilizzati soprattutto per copriletti e copertine con molto successo perché il lavoro rimane compatto ma è molto decorativo.
Addirittura qualcuno si è sbizzarrito a sperimentare colori diversi in una stessa "mattonella" o modulo, come dir si voglia.
Altro mezzo di espressione privilegiato sono i bordi, il più famoso dei quali è decorato dal tradizionale trifoglio.
Con tale modo di lavorare si può realizzare di tutto: dalle coperte ai capi di abbigliamento alle borse…basta scegliere bene i filati e il numero
dell’ uncinetto.Addirittura negli anni settanta, oggi prepotentemente di moda, si sono fatti esperimenti molto interessanti, magari ricoprendo anelli di plastica.
Affascinante.
Anche stavolta con questa immagine faccio un salto indietro di…lasciamo perdere.
Di nuovo l’estate vede la nascita dell’ennesimo lenzuolo con moduli entre deux (state tranquilli ne ho realizzati solo due).
Ora voglio mostrarvi una copertina da carrozzina che ho realizzato prendendo un comune modulo da tappeto per tavolo. Ho voluto cambiare il filato ed ho realizzato una cornice per accogliere un nastro, inventando.
La creatività umana è straordinaria. Riesce a trovare soluzioni a quasi tutti i problemi.
Pensiamo al pizzo al tombolo. In alcune regioni italiane, con nomi diversi, ancora si tramanda la tradizione gloriosa di questa tecnica ingegnosa. Per esempio a Cogne (AO) una cooperativa ha da poco tempo assunto l'onere di tramandare e far conoscere questa tecnica con una mostra permanente di pizzi. Da qualche tempo le bambine della scuola dell'obbligo imparano a memoria i merletti, con la speranza che possa continuare nel tempo questa tradizione. Alla fiera di S. Orso ad Aosta, vengono esposti annualmente alcuni esemplari migliori. Si tratta di bordure realizzate con filo di lino preferibilmente spesso, molto diverse da quanto vedrete nel pizzo di Isernia.
Vi mostrerò, con immenso piacere, qualche manufatto che proviene dalla provincia di Isernia.
Bene, per quelli come me che non sono così abili, o magari solo per sfida, qualcuno ha riprodotto la tecnica del tombolo con l’uncinetto. Certo non si raggiunge la trasparenza e la leggerezza dei lavori al tombolo
Chi non conosce questa tecnica tanto di moda alla fine degli anni settanta e negli anni ottanta?
Si presta per realizzare di tutto: abiti, borse, tende,
centri, tappeti da tavolo, paralumi…
Ma non tutti ne conoscono la vera origine.
Non è facile trovare testi che la spieghino.
Molti i corsi per impararla e qualche rivista, timidamente, spiega i segreti di questa che, secondo me deve essere una decorazione inventata dalla moglie di qualche pescatore o…perché no? da un pescatore.
Come molte altre tecniche è tornata di moda quando si è fatta più attenzione alla propria casa, andando alla ricerca anche qui, della qualità della vita.
Il vero filet si distingue per la leggerezza della rete e la varietà dei punti scelti per riempire i quadretti.
Il filet all’uncinetto risulta più pesante e la scelta dei punti è piuttosto limitata.
Ultimamente compaiono su riviste d’oltralpe realizzazioni di uomini che utilizzano, oltre alla solita maglia alta in quadretti pieni o a rete, il punto canestro, di sicuro effetto, donando una nota di novità.
Si può dire che esiste anche un altro modo di utilizzare la tecnica e che si rifà allo jacard. Negli anni passati si utilizzavano colori diversi, un po’ come per il punto croce. I risultati non sono eccellenti, secondo me, perché non si ha a disposizione un vero quadretto ma un quasi-rettangolo quindi le immagini risultano deformate in senso orizzontale. Utilizzare schemi di punto croce è da veri temerari.
Per la verità anche questa è una riedizione di un punto di ricamo a fili contati. Il lavoro ritratto è stato preso da una rivista spagnola acquistata in Austria, tradotta in tedesco che in Italia non si trova.
Credo sia molto originale.Per eseguirlo ho dovuto imparare a ragionare in un altro modo.
Non è stato facile per me, vi assicuro, ma ciò che ho potuto realizzare mi piace proprio tanto! Fatemi sapere, anche se avete altri schemi……
Con questo magico strumento si può fare veramente molto !
Inventare bordi non è poi così complicato, se si conoscono
i punti base.
Si riesce senza troppi problemi a rifinire con cura una
stoffa.
Nei Paesi tedeschi si usa preparare fazzolettini così belli. Sono predisposti ... basta solo completarli con il bordo secondo uno schema allegato.
Questo è un bordo che si lavora al contrario e lo ha realizzato mia madre ( io non avevo tanta pazienza).
Voglio anche mostrarvi un lavoro particolare: un giacchettino da neonato.
E’ molto raro trovare bei vestiti da neonati all’uncinetto.
Questo è un classico esempio di punto fantasia cioè di una lavorazione che
utilizza i soliti punti base ottenendo effetti particolari (volume, spazi…).
Se
avete qualche altro modello possiamo parlarne.
La nostra
amica Gaia, gia presente con le immagini delle ochette a punto croce,
stavolta si è divertita a realizzare un bel centro all'uncinetto che sembra
veramente antico. Complimenti per il gusto e la fattura. Continua così!!! |
I lavori di
Michela
(clicca sulle immagini per ingrandirle)
I lavori di Giorgia
(clicca sulle immagini per ingrandirle)
Bordi per lenzuola,
asciugamani, da utilizzare come uno crede |
Tre esempi di come si possono realizzare coperte, cuscini o per eventualmente rivestirne altri mentre il motivo con le noccioline in rilievo per effettuare dei copriletti sia con la lana che con il cotone |
I lavori di Stefania
(clicca sulle immagini per ingrandirle)
Ammirate la bravura della nuova amica Stefania che con una spiegazione via internet è riuscita a realizzare questa bella mantellina per la nonna! |