Vetrina degli amici
Noi ci
divertiamo a ... lavorare
la ceramica Raku
Qualcuno di voi avrà già sentito parlare della ceramica Raku
perché presente in qualche "grande magazzino". Pochi sapranno come si
realizzano i pezzi, pochissimi li avranno realizzati.
Bisogna essere proprio in gamba per poter creare con questa antica tecnica oggi
riscoperta.
Come la nostra nuova amica Rossana che ho avuto il piacere di conoscere in
vacanza a Gressoney (Val d'Aosta). Vive in provincia di Pavia ma ama far
conoscere le sue opere organizzando mostre, intrattenendosi volentieri con i
visitatori. Il suo ingegno è molto versatile e si dedica anche a lavori con
perline e ceramica tradizionale, aiutata dal simpatico Giorgio, suo marito.
Ci spiegherà cosa è il Raku e mostrerà alcuni suoi lavori.
"RAKU significa “gioire il
giorno”, vivere in armonia con le cose e con gli uomini. Questa tecnica
ceramica ha origine in Giappone nel XVI secolo dove è esclusivamente riservata alla cerimonia del the.
Rinnovato e reinventato il RAKU arriva in Occidente agli inizi degli anni ’60. In questa
tecnica, terra, acqua e fuoco sono i principali protagonisti con i loro valori
primordiali legati all’estro dell’uomo. Secondo la tecnica RAKU, i
pezzi estratti dal forno ancora incandescenti vengono immediatamente posti in
recipienti metallici pieni di combustibile di vario tipo (segatura, paglia,
foglie secche, ecc.) e subito coperti al fine di ottenere una forte riduzione
dovuta alla mancanza di ossigeno. In questo
modo l’ambiente riducente creato provoca lustri e riflessi dovuti alla
reazione chimica degli ossidi metallici presenti negli smalti e nel particolare
tipo di argilla refrattaria impiegata. Ne deriva che ogni oggetto risulterà
sempre un pezzo unico ed irripetibile nei suoi riflessi e nella sua colorazione".
Rossana
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